Aidoru
William Gibson Aidoru, trad. Delio Zinoni, 298 pagg., Mondadori, £. 14.000
William Gibson nel 1984 ci aveva stupito con il romanzo che avviò la stagione del cyberpunk, Neuromante (ed. Nord, 1986), pochi anni dopo affermò che lo stesso movimento che aveva contribuito a creare con Bruce Sterling aveva finito la sua spinta innovatrice ed era morto.
Eppure ha proseguito a scrivere romanzi che non escono dalle tematiche cyberpunk, solo che adesso emerge maggiore maturità, una assoluta consapevolezza di ciò che ha significato scrivere di fantascienza senza parlare di esplorazione spaziale, senza creare alieni strani e feroci, senza cercare il Male altrove: tanto era sulla Terra, nascosto nelle città, nei mezzi di comunicazione, nelle multinazionali, nelle reti telematiche, nella nostra alienazione quotidiana.
Aidoru è una pura invenzione dell’era digitale, una donna finta per i nostri canoni di realtà e artificialità, ma per le fan di un noto cantante può essere colei che porterà alla fine il loro sogno. Ma questo non è un mondo di adolescenti eccitate da un idolo, è anche quello delle multinazionali, della mafia russa che si espande in Giappone, un paese dilaniato dal terremoto e ricostruito in una notte grazie alla nanotecnologia. E soprattutto delle reti che collegano tutto e tutti, dell’hardware e del software di produzione New Age e di uomini esperti a trovare informazioni lì dove sembra esista solo un caos di dati.
Ma infondo forse questo ci vuole dire Gibson: che non è più il pensiero a definire la nostra esistenza, ma l’insieme delle informazioni su noi stessi. Ed esistono persone che sanno navigare in tutto questo e capire cosa faremo e come agiremo. La recente notizia dell’esistenza di Echelon, sempre che sia vera, ci deve far riflettere su come sia riduttivo pensare il mondo nell’angusto spazio di un quartiere o di una città. Scrittori come William Gibson riescono a farci riflettere su temi che la cosiddetta letteratura alta non è in grado di affrontare perché priva degli strumenti necessari per farlo.
Andrea Grilli
Pubblicato su Zero in Condotta e Stradanove.net nel 1997