American Sniper
di Clint Eastwood
L’ultimo film di Clint Eastwood è e sarà sicuramente tra i film più discussi e controversi del regista statunitense. È un errore valutare il film sulla base delle posizioni politiche, notoriamente repubblicane, perché American Sniper è un film strano, non è contro la guerra, ma neanche a favore.
Ricorda alcuni film sulla II guerra mondiale spesso fraintesi come guerrafondai, ma in realtà girati per raccontare quello che era stato.
American Sniper è la storia del miglior cecchino dell’esercito statunitense, film tratto dalla biografia dello stesso soldato, scritta prima di morire ucciso in un poligono di tiro da un altro veterano. Bisogna capire bene il ruolo di un cecchino per comprendere i motivi per i quali Chris Kyle diventò molto famoso tra i soldati, considerato “la leggenda” e definito invece dagli insorti iracheni Il diavolo di Ramadi con una taglia di 180.000 dollari.
I soldati americani avanzavano casa per casa senza avere una visuale a lunga distanza che li proteggesse da attacchi a sorpresa. Chirs Kyle da una postazione elevata, coprendo anche distanze di 1 km, uccideva insorti, comprese donne e bambini, che cercavano di uccidere quei soldati.
Ecco perché ogni soldato che non moriva ucciso da una granata, da una autobomba, da un lancia razzi, lo considerava una leggenda. Possiamo ovviamente disquisire sui motivi dell’invasione irachena, ma sicuramente il film non vuole esaltare l’invasione o la guerra nel suo genere. Certo il personaggio parli di selvaggi per intendere gli iracheni, ma, senza volerlo scusare, è probabilmente il termine con cui gli americani cercarono di relazionarsi con un mondo che non comprendevano e non comprendono ancora nella sua complessità.
Clint Eastwood ha compiuto un piccolo miracolo, riuscendo a descrivere la guerra dal punto di vista di un soldato che era lì convinto di dover difendere il suo Paese e la famiglia. I fatti raccontati, i commenti sono sempre in relazione a motivazione di carattere personale, il confronto è sempre fatto sulla base delle relazioni tra i personaggi, marito-moglie, commilitoni.
Nel film si parla poco, ma si parla senza offendere, si parla della vita di Chris Kyle… semplicemente. La storia di un uomo che si è arruolato per difendere la propria comunità, ha combattuto ed è tornato con un Disturbo post traumatico da stress, lo ha sconfitto ed è tornato a essere l’uomo di cui la moglie si era innamorata. Un uomo non certamente nella media.
Il film di Clint Eastwood rende omaggio a questo personaggio, lo ricorda e aiuta l’america a ricordare i suoi figli migliori, chi ha rischiato non solo la vita, ma anche la sua stessa famiglia per un senso particolare di dover proteggere il prossimo. Indipendentemente dalla storia e dal personaggio che può non piacerci, questo film è un capolavoro. Fotografia chiara, che non lascia nulla alla finzione, senza rinunciare alla bellezza dell’arte cinematografica.
Clint Eastwood inquadra sempre frontalmente gli attori, non ci sono dubbi che in persona ognuno di loro abbia vissuto quella storia, la centralità del personaggio rinforza l’elemento narrativo, sottolinea la potenza biografica del film.
A questo si associa un montaggio alternato tra guerra e vita famigliare che rompe costantemente la routine narrativa, non c’è pace per lo spettatore, la sua mente deve reggere velocità narrative diverse, ritmi incalzanti e pacifici. Eastwood è un maestro d’orchestra impietoso, passa dal lento all’allegretto con la padronanza di un grande compositore.
Il finale dove non si mostra l’omicidio di Kyle è un sipario che si chiude senza mostrare i fatti. Taya chiudendo la porta di casa, segna la fine della finzione cinematografica, le ultime scene sono video reali del funerale di Chris Kyle.
American Sniper è un assoluto capolavoro, un racconto caldo e sincero della storia di un uomo e di un soldato.