Americana
Americana, di James Sturm, Coconino Press, 190 pagine, 2002, 14 euro
Americana di James Sturm è una trilogia di racconti disegnati sulla storia degli USA. La prima storia, Il colpo mitico del Golem del 2001, è il racconto delle vicissitudine di una squadra di baseball, Le Stelle di David, che gira per i piccoli centri a caccia di ingaggi. Sulla maglietta campeggia la stessa di Davide e viaggiano su un vecchio autobus. Quando arrivano nei paesi dove giocheranno, i bambini si chiedono sono arrivati gli ebrei? mentre Hetty Douglas, una signora modello zitella con la croce al collo e una figlia con un vestito lungo da suora a quadrettoni da tovaglia, inspiegabilmente si presenta alla partita: non sono qui per il baseball, ma per vedere gli Ebrei…
James Sturm descrive con poche battute la diffidenza dell’americano medio, che vive fuori dai grandi centri urbani, e che crede che l’America sia il baseball. D’altra parte anche Noah Strauss il manager del team prende le distanze dal padre, sarto per conto terzi nella Grande Mela, mio padre sarebbe profondamente deluso se sapesse che giochiamo di Sabato. Lui resterà sempre un immigrato. La sua mente vive nel paese da cui se ne è andato. La mia vive in America e il baseball è l’America.
Poi arriva l’idea di schierare uno dei giocatori, Hershl Bloom, con un costume che lo rappresenti come un Golem, un’idea commerciale di un pubblicitario che immagina il baseball più come un circo che come uno sport. Ed ecco che la nostra squadra arriva a Putnam, il giornale locale esorta alla vittoria contro gli sporchi giudei, uno di loro viene picchiato prima della partita, la città è in subbuglio per l’arrivo del mitico Golem che scaglia palle veloci come saette fiammeggianti. Ma quando lo scontro diventa duro e la folla picchia un giocatore e le urla sovrastano ogni senso sportivo, andatevene ebrei, ecco che Hershl è veramente il mitico Golem e la folla che vorrebbe suonargliele agli ebrei, si ferma. Al riparo nel dugout gli altri giocatori si nascondo, una voce recita lo Sh’ma, Amerai il Signore tuo… Per migliaia di anni gli Ebrei sono spirati con lo Sh’ma sulle labbra, commenta Noah.
Una pioggia torrenziale fa fuggire la folla e i giocatori possono ripartire per un’altra partita.
James Sturm disegna in bianco e nero, con un linea pesante e netta, con poche linee che colgono l’essenza dei personaggi e dei luoghi. Un tratto continuo di color sabbia riempie quei bianchi e neri e da il senso della concretezza. Quando il disegno è così essenziale e semplice, il testo emerge nella sua forza e in questo caso nella sua amarezza di raccontare quella diffidenza a volte sottile a volte pesante e violenta di una società che comunque non è riuscita a scrollarsi di dosso i pregiudizi e gli odii del vecchio continente. Il giornale locale non manca di scrivere un articolo pieno del solito odio condito con le solite accuse: succhieranno il denaro di questa città. Sturm è abile nel navigare dentro la mediocrità e farla emergere nella sua chiarezza, nella sua meschinità.
Andrea Grilli