Ant-Man
ovvero la Creazione è più articolata e ricca di quanto si possa immaginare.
Ultimo film della Fase Due del Marvel Cinematic Studios, è un simpatico e divertente gioco narrativo ben costruito. Sceneggiatura solida, chiara senza troppe sorprese, che richiama schemi vincenti già utilizzati sia nei fumetti che in altri film della serie Marvel.
Tutto è sotto controllo, i buoni come i cattivi sono ben organizzati. Presenti tutti: Hydra, Avengers, The Shield. Manca Thanos, ma non si può avere tutto. E poi Ant-Man è troppo piccolo per competere con un semi-dio.
Ci sarebbe poco da dire. Il film non è un capolavoro, è un ottimo prodotto di intrattenimento da non perdere.
Un tema però è molto interessante, il rapporto di Ant-Man con le formiche che a sua volta apre uno dei temi più interessanti del mondo supereroistico, Marvel e non.
Ant-Man è un supereroe, come tutti è strettamente collegato alla fantascienza e alla scienza. Cioè senza la molecola Pym non sarebbe possibile ridursi a quelle dimensioni, così come non si potrebbe immaginare una storia di questo tipo.
Il personaggio è figlio degli anni Sessanta, della guerra atomica e fredda, della scienza che esplodeva in tutta la sua potenza, anche distruttiva. Anche Pym risponde alle regole ebraiche dei supereroi: Curare il mondo e assumersi responsabilità proporzionate ai superpoteri che si possiedono (come è indifferente). Ma questa volta siamo di fronte a una potenza superiore. Pym può creare un ponte tra l’Uomo e la Creazione. Le formiche sono l’alleato, ma solo se la conoscenza con loro è tale da creare un rapporto costruttivo, simbiotico, utile alla Creazione.
Ecco perché Ant-Man è qualcosa di più. Ecco perché Ant-Man può diventare un personaggio attuale, contemporaneo più di qualunque altro. Attuale nel 2015, nell’anno in cui gli USA affermano che è ora di lanciare un piano energico innovativo, sostenibile che consenta di salvare il Creato.
Se poi Thanos o Galactus vorranno farci una visita, troveranno pane per i loro denti.
Andrea Grilli