Anticorpi forme di esperienza inquieta
A.A.V.V. “Anticorpi – racconti e forme di esperienza inquieta”, a cura della redazione della Einaudi, 182 pagg., £.18.000 ora 9,30 euro
Negli ultimi due anni (NR. l’articolo è stato scritto nel 1997) la casa editrice di Torino ha varato diverse operazioni editoriali di particolare interesse. Non dimentichiamo Gioventù Cannibale a cura di Daniele Brolli, oppure l’intera sottocollana Stile Libero con autori come Lucarelli, Vinci, Brancato, Nove, ma anche Occhi sulla graticola di Tiziano Scarpa.
A settembre 1997 è uscita l’antologia Anticorpi – racconti e forme di esperienza inquieta che ha raccolto poco critiche, senza stimolare dibattiti accesi come quella curata da Brolli.
Viene così la curiosità di capire quali siano gli autori e con quali criteri siano stati scelti.
Gli stessi Mauro Bersani ed Ernesto Franco, autori dell’introduzione, spiegano che ognuno degli scrittori ha campi di interesse non accomunabili, ma una narrazione che utilizza la precisione della fantasia e linguaggi del non realismo.
E prosegue con una terminologia biomedica (in fondo il titolo è “Anticorpi”) e complessi discorsi sulle inquietudini, i linguaggi, le storie che non vogliono rompere con la realtà.
I racconti presenti sono molti vari e diversi nella qualità: si salvano sicuramente Tiziano Scarpa, Simona Vinci, e Matteo Galiazzo; gli altri non aggiungono molto alle nuove generazioni di scrittori italiani e alle loro tematiche.
Si ha l’impressione che si sia voluto cavalcare la moda dell’inquietudine, del diverso che soffre, delle sensazioni ai confini del reale, tra neo-linguaggi del genere e dei nuovi mezzi di comunicazione.
Ma un prodotto così va costruito meglio di questa raccolta: gran parte del libro non offre molto al lettore.
E l’Einaudi è capace di fare di meglio.
Andrea Grilli