Black Panther
di Ryan Coogler, con Chadwick Boseman, Michael B. Jordan, Lupita Nyong’o, Danai Gurira, Martin Freeman, 2018.
Nuovo film della Marvel. Questa volta il tema è l’Africa e un personaggio minore del Marvel Universe, Pantera Nera nell’edizione italiana del fumetto.
Va detto che il film è deludente, con una trama banale e talmente lineare da annoiare. Sono presento tutti i cliché del dramma tipico familiare con uno stile shakesperiano senza averne la forza o lo spessore.
Tra i temi interessanti sviluppati nel film cìè sicuramente il tentativo, un po’ fallito, di trovare una sintesi tra cultura tribale africana e high-tech. Questa tema non sembra bel riuscito. Alla fine il tema tribale prevale lasciando un sapore amaro in bocca. Il clichè dell’uomo di colore un po’ selvaggio è lì che arieggia nella trama.
Ma se la trama non è soddisfacente, e il tema della cultura africana non convince, alcuni temi trattati nel film sono da approfondire. Come molte storie Marvel non esiste una dicotomia Bene-Male, ma esiste una dialettica tra i personaggi dove l’obiettivo può essere condiviso, ma il percorso per raggiungerlo può essere diverso e conteso.
Il cugino di Black Panther, Erik, vuole combattere per i diritti della sua gente, quella gente black che furono al centro delle politiche sia di Malcom X che di Martin Luther King. E forse proprio le due strategie che storicamente non trovarono una sintesi felice, si riflette nello scontro tra i due cugini.
Gli autori, come tutte le storie della Marvel, guardano con attenzione alla realtà storica statunitense. Ma soprattutto va ricordato che il problema della discriminazione negli USA è ancora talmente tangibile da essere una piaga sociale.
Dopo l’uscita di scena di Obama dalla presidenza statunitense, la discriminazione dei neri è grave. Quale soluzione scegliere? La protesta armata di Malcom X con la scelta dell’Islam come riferimento culturale e ideologico? Oppure la protesta pacifica di Martin Luther King?
È la stessa dicotomia degli X-Men, tra Xavier e Magneto.
In Black Panther non vi è una risposta. Gli autori in realtà trovano un punto di contatto. Erik forse ha ragione nel segnalare il problema, ma non è la via indicata quella giusta. Ecco quindi che Black Panther invece può trovare, grazie alla scienza, una vita pacifica e costruttiva.
In un momento storico dove l’ignoranza, il feudalesimo culturale si espande grazie ai populismi, la Marvel mantiene la rotta avvianta dai suoi padri fondatori: la scienza, il sapere, la cultura, la diversità sono una ricchezza inviolabile.
Ma forse tutto questo è troppo americano per essere colto dall’uomo europeo. La trama di Black Panther è molto statunitense. Rimangono perciò le scene di combattimento, di scarsa efficacia, le ripetitive scazzotate e la supponenza dei kawandiani…
Meglio attendere il prossimo film…
Andrea Grilli
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