Da Star Trek a Battlestar Galactica: la ricerca di D-0
In Star Trek V Kirk incontra Dio o quasi. Nel dialogo surreale tra il nostro beniamino e l’essere supremo si rivela tutto il pragmatismo positivista e scientifico della serie Star Trek, ma anche di un periodo della fantascienza “visiva”, cinematografica, che ha sempre avuto qualche problema nel rapportarsi alla divinità.
Spesso e volentieri l’incontro con gli esseri superiori si trasforma in un contatto con simil divinità greche o egizie. È molto difficile trattare in termini fantastici l’esistenza stessa del dio cristiano o quello ebraico o quello islamico.
A D-0 si unisce un altro tema, quello della Creazione e dell’esistenza di altre creature, esseri viventi nello Spazio. In pratica siamo soli?
Serie televisive come Star Trek o Babylon V hanno marcato molto il fatto che l’Universo è popolato di altre creature, di altre civiltà, le quali però non sono umanoidi nel senso stretto, ma relativamente. Cioè spesso e volentieri sono comunque bipedi di forma simile a quella umana, ma poi caratterizzati da un circo di colori e estensioni corporee per cercare di creare una certa differenza con gli umani.
La prima serie televisiva di Star Trek, forse costretta per problemi di budget a usare pochi trucchi cinematografici e quindi attori non truccati, cercò di dare una spiegazione all’esistenza di tanta umanità in giro, attribuendo a un’altra razza la distribuzione o diffusione su altri pianeti degli umanoidi. Più violenta e penosa è la versione di Stargate dove i crudeli Goa’uld schiavizzarono l’umanità a fini produttivi e militari.
Stargate però solleva una questione interessante, cioè che in fondo di razze non umanoide possono anche essercene poche, ma chi gioca il ruolo fondamentale, chi è il centro del creato è proprio la razza umana. Anzi sfruttando il mistero della civiltà egizia gli autori riuscirono a creare una ambientazione efficace, creativa e molto rielaborabile, Nella serie televisiva poi l’introduzione degli Antichi che sono ascesi a un altro piano dimensionale, a un altro stato dell’esistenza, favorisce una certa menzione dell’essere divino, ma in piena ottica orientale o buddista, tutti siamo o possiamo diventare divinità se percorriamo le varie fasi della ascesi verso una dimensione immateriale.
Ma questo creatore o creatori come sono? buoni? cattivi? creduli? In realtà le serie per ora menzionate cercano sempre di evitare l’argomento. Se sei una civiltà avanzata, sei “buono” perché civiltà superiore vuol dire abbandonare certi metodi violenti.
Il film Prometheus invece apre il tema, ma forse casualmente e quindi non riesce poi a svilupparlo in modo efficace, a tal punto che il seguito cambia nome e rimane un mistero sulla trama. Ma gli ingegneri, cioè i creatori della razza umana, sono dei guerra fondai, costruttori di armi di distruzione di massa… gli alien. L’incontro tra questi dei e la razza umana è dei peggiori.
La questione sollevata da Prometheus sarebbe molto intelligente, ma forse è il tema più grande di quanto gli autori possano o siano capaci di trattare. La visione positivista che la superiorità scientifica porti all’abbandono della violenza, dell’odio, dell’aggressività viene meno di fronte agli ingegneri, costruttori di armi genetiche distruttive. Ma soprattutto pronti a scaricarle sulla Terra. Dopo aver costruito distruggono.
Difficile capire se avessero anche una intenzione moralistica ne descrivere i creatori come mostruosi assassini. Certamente nel pieno rispetto della mitologia classica la madre/creatrice uccide i propri figli se necessario.
È necessario?
Domanda a cui speriamo dia risposta Alien Covenant.
Ma a questo punto arriviamo a Battlestar Galactica, un remake di una serie classica che aveva anch’essa, come per Stargate, cavalcato i miti classici, le antiche civiltà e prospettato un collegamento molto stretto tra razza umana sulla Terra e altre umanità dello Spazio.
La nuova Battlestar Galactica è un rilettura e riscrittura che non consente mezze misure. Il pubblico è costretto a odiare o amare questa serie. Da momenti di scoraggiante ingenuità dei personaggi a un intricatissima trama religiosa, dove idee religiose classiche, nel senso di divinità alla “greca” per intenderci, si mescolano a misteri dell’origini dell’Umanità e una nuova spiritualità che nasce grazie all’incontro di due civiltà che si erano dimenticate.
Da una parte la razza umana, ma come antagonista anche evolutiva e mistica, la razza robotica dei Cyloni.
L’intera serie è caratterizzata dall’esistena prospettata proprio dai robot-cyloni di un unico D-0, un essere senziente che ha dei piani per gli umani e i cyloni. L’elemento ebraico è molto forte, le colonie sono 12 come le dodici tribù d’Israele e i cyloni risultano i sacerdoti che diffondo la novella. Dodici sono anche i modelli cyloni che interagiscono con la razza umana.
Spesso la serie sconfina nel misticismo vero e proprio, con personaggi che rinascono per adempiere a un compito divino oppure coincidenze di scoperte che servono a costruire un percorso o viaggio iniziatico verso la comprensione del messaggio divino.
Seppur la serie è spesso pesante e noiosa, con episodi ordinari, il tema della divinità è la trama portante. Gli autori non hanno timore di parlare di D-0, della divinità unica, assoluta e onnipresente, capace di decidere del destino di ogni uomo o essere vivente.
Ed è questo il merito. Battlestar Galactica non teme, come nei romanzi e nei film Dune, l’uso di un linguaggio religioso che richiama direttamente religiosità contemporanee, anzi spesso gelose della propria Verità.
Il D-0 di Battlestar Galactica è il D-0 di Israele, della Chiesa Cattolica, il dio unico anche islamico. È l’entità assoluta, il Dio di Abramo.
Ma Abramo non esiste, ancora. Forse è un cylone o lo sarà. Ma tutto deve ancora avvenire, il disegno divino è misterioso, anche dopo 150.000 anni. Forse questa data o questo numero è esagerato. Forse gli autori all’ultimo momento si sono spaventati dall’idea di costruire un collegamento così stretto tra una creazione fantastica e la Creazione associata alle divinità monotoiste.
Battlestar Galactica è una serie che va vista con attenzione da chi vuole assaporare la ricerca dell’esistenza di D-0 da un punto di vista inedito e fantascientifico, combinando origini dell’Umanità e scontro tra civiltà e razze diverse. Il tutto in un lungo viaggio nello spazio e nell’animo e anima di un popolo in rischio di estinzione.
Andrea Grilli