Despero
di Gianluca Morozzi, Fernandel
“Non capisci, Kabra. Non mi sono mai trovata a scegliere fra te e il Magico, fra te e Tex. Tu non sei mai stato un’alternativa, eri il mio amico. Non ti ho mai visto diversamente”
Credo che non esista peggior frase che una donna possa dire a un uomo. Sei un amico. Non eri una alternativa. Sparami e mi fai meno male.
Quante volte nella nostra vita ci troviamo a dover affrontare queste situazioni allucinanti. Eppure si cade, ci si rialza e via verso un altro muro.
Questo Despero di Gianluca Morozzi è il racconto disperato di un giovane che per 12 anni porta con sé, come il più prezioso dei tesori, l’amore per Sarah. Un amore profondo, all’inizio adolescenziale che poi cresce negli anni dell’università, dei successi e gli insuccessi professionali.
Attraverso le scelte di vita.
E quando si parla di amore, anzi di Amore, si scrive sempre qualcosa che è generazionale, che fa parte di tutti coloro che vivono quel sentimento.
Gianluca Morozzi, classe 1971, racconta senza cercare troppe originalità, troppe idee brillanti o stupefacenti, come possono vivere gli adolescenti e i giovani adulti l’amore, i rapporti di amicizia e soprattutto i sogni della propria vita. Cosa farò da grande? Indipendentemente dal corso di laurea scelto, indipendentemente da tutto. E da tutti.
Un bel libro, scritto molto bene, organizzato in forma di diario, dove lettere, lettere mai spedite e perciò più taglienti perché incompiute (la risposta è sempre un chiudere un circuito), ed eventi ci raccontano l’inizio di questo amore e ci conducono alla sua fine. Lo scontro finale, come in tutti i migliori film d’avverntura (non è la più bella avventura l’Amore?) segna anche la sconfitta e la rinascita dell’eroe.
E già. Proprio dell’eroe. D’altra parte non canta Ewan McGregor a Nicol Kidman, in Moulin Rouge, we are the heroes?
Amanti come eroi, eroi di cosa? della vita.
Andrea Grilli