Diario di uno Psiconauta dalla Serbia
Chi è questo giornalista, fumettista serbo che da anni disegna i suoi sogni? E i suoi incubi?
Aleksandar Zograf appare quando ormai la guerra civile nella Jugoslavia è esplosa, un conflitto che il mondo occidentale non sa capire, o meglio non è in grado di capire, e che di conseguenza gestisce con metodi che sono troppo famigliari alla storia slava per intimorire i signori della guerra dei balcani: la violenza.
Diventa ancora più difficile avere informazioni corrette e equilibrate sul conflitto. Emergono dicotomie tipo: serbo criminale, croato e bosniaco vittime. Peccato che qualche tribunale internazionale sta dimostrando che carnefici si è tutti in guerra.
Così questo serbo, che dovrebbe essere cattivo, diventa il riflesso del nostro limitato modo di affrontare la vita, di tirare linee di confine arbitrarie e stupide per loro stessa natura.
Aleksandar Zograf è serbo, ma (il ma è per chi tira le linee di confine) si dispera come essere umano delle morti (qualunque morte), dell’odio, della disperazione e della distruzione che porta la guerra. E siccome la guerra nei Balcani sembra non finire mai, Aleksandar Zograf da anni disegna e scrive i suoi interventi per informare il mondo di quello che succede.
Ormai è un fumettista affermato, conosciuto in Europa che dal “nemico” statunitense.
L’autore serbo disegna i propri sogni, o meglio ha scelto i propri sogni per descrivere quello che gli succede attorno.
I sogni non mentono. Se qualcuno ci racconta un sogno, non sta nascondendo nulla. L’effetto che ottiene Aleksandar Zograf è di mettersi a nudo, nel modo più semplice e disperato usando uno stile tipicamente underground, quasi alla Crumb.
Senza troppe lungaggini, senza troppi trucchi per allungare il brodo, ma in poche e semplici pagine, trasmette il suo pernsiero (sarà un modo di essere telepatici?), le sue riflessioni che ci appaiono sincere e oneste.
Tutte le sue storie sono pagine di un diario, forse di viaggio, ma non di quelli di qualche nobile inglese che scopre la Toscana o il Lazio. No. Questo diario, che sia scritto o disegnato, è il racconto di un uomo che ha patito(-isce) il freddo, che vede il suo paese rappresentato come la Germania Nazista. Ma siamo propri sicuri che siano tutti uguali questi esseri umani, che per eventi storici millenari, ora si chiamano serbi?
Ma Aleksandar Zograf appare onesto e sincero perché non può mentire, ed è crudo e attraverso le matafore dei suoi sogni ci picchia in testa dicendo: “Ehi sveglia!! Sveglia!! Apri gli occhi!!”
E noi siamo sconvolti perché attraverso di lui vediamo cosa è successo e succede al di là del nostro mare. In questo caso i disegni di Aleksandar Zograf sono come la foto dell’ultimo fratello di Napoleone di cui Barthes parla nel suo “La camera chiara” (Einaudi, pag.5):
“Sto vedendo gli occhi che hanno visto l’Imperatore”.
Abbiamo lo stesso effetto, solo che gli occhi di Aleksandar Zograf hanno visto la guerra insensata dei Balcani. Non un uomo che voleva unficare l’Europa troppo anticipatamente rispetto ai tempi.
Rimane sempre da dire cosa leggere in italiano e dove trovare le sue opere.
Diversi editori in Italia hanno pubblicato le sue opere.
Prima di tutto la PuntoZero di Bologna con ben due volumi a fumetti:
- Psiconauta, collana Bianco&Nero, 4,13 euro
- Saluti dalla Serbia, collana Bianco&Nero, 7,75 euro
- Lettere dalla Serbia, collana PuntoSpot, 7,50 euro
Il Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona gli ha dedicato il volume nr. 9 della collana Schizzo Presenta. Il titolo è Diario (4.000 lire).
Black Velvet ha pubblicato Appunti 1 e Appunti 2 e C’è vita nei balcani?
Infine altre storie sono apparse sulla rivista “Mano”, ora edita dalla Coconino Press, e da Kerosene. Sempre Coconino Press ha pubblicato Storie e Segnali.
Andrea Grilli