H.P. Lovecraft, contro il mondo, contro la vita
di Michel Houellebecq
Quando si legge una biografia si rischia di leggere un elenco scritto anche con un buon stile di taglie di mutante, shock infantili, psicologia del papà e della mamma, le ingiustizie subite da adolescente, le insoddisfazioni al lavoro etc… oppure si può incontrare una piccola e agile lettura della vita del grandissimo, e qui i complimenti sono riduttivi, H.P. Lovecraft. L’autore di quelle storie dedicate a mostri e divinità che emergono solo dai nostri incubi peggiori. Michel Houllebecq, autore di poesie e romanzi pubblicati dalla Bompiani (Le particelle elementari, Estensione del dominio della lotta e Il senso della lotta), ci propone un excursus sullo scrittore di Providence. Una lettura del suo essere scrittore attraverso il racconto degli elementi più interessanti della sua vita incrociati con i racconti più spettacolari.
“Sì, è vero: ho piazzato sei pallottole nel cranio del mio migliore amico, ma con questo racconto spero di dimostrare che non sono il suo assassino.” (La cosa sulla soglia)
Se non si è assassini piazzando 6 pallottole nel cranio di un amico, cosa si è? O meglio cosa è successo? Houellebecq esplora i percorsi creativi di Lovecraft, come preferisce scrivere e cosa abiura. Ma soprattutto perché tutto questo e contro chi?
L’autore di Chtulu odia il mondo così lontano dal suo essere bianco anglosassone e di conseguenza la vita non ha ragione di essere apprezzata. Tutto gli è odioso, insopportabile. Neanche il periodo a New York con la moglie riuscirà a sollevare il suo pensiero verso il Reale. Lovecraft si sente rifiutato, allontanato dalla società.
Scriverà: “sono talmente stanco dell’umanità e del mondo che nulla suscita la mia attenzione se non comporta almeno due omicidi a pagina, o se non tratta di innominabili orrori provenienti da altri spazi.”
Questo libro è le perfetta introduzione alla lettura completa delle opere dello scrittore di Providence che ogni buon amante della grande letteratura dovrebbe fare. È vero, come afferma Jacques Bergier, che occorre aver sofferto molto per comprendere Lovecraft, ma la realtà non ci sdegna di orrore e dolori. Ognuno di noi ha un bagaglio di dolore sufficiente per leggerlo.
Andrea Grilli