Il complotto
Nel 2005 Will Eisner produsse un lavoro totalmente differente dagli altri. Il titolo è emblematico. Il complotto. La storia segreta dei protocolli di Sion, nello stesso anno l’editore italiano Einaudi lo pubblica nella collana Stile Libero. Come racconta Will Eisner nell’introduzione “per la prima volta non ho usato il fumetto per raccontare una storia inventata. Stavolta ho tentato di impiegare questo potente mezzo di comunicazione per affrontare un tema che ha un’importanza fondamentale nella mia vita.”
Già perché se le altre graphic novel raccontavano storie sicuramente ispirate dall’esperienza e dalla sua creatività, questo fumetto è una ricostruzione storia della creazione di questo falso, che ahimè con enorme ipocrisia, viene ancora pubblicato e passato per vero o “in dubbio quindi ve lo proponiamo così potete valutare” (espressione ormai diffusa nel neonazismo o neofascismo per proseguire nelle sue attività criminali).
Il fumetto quindi non è certamente paragonabile al valore delle altre opere di Will Eisner e sinceramente dubito che un fumetto pubblicato dalla Einaudi, distribuito solo nelle librerie, possa ottenere quel risultato che Will Eisner spera, almeno in Italia. Questo è uno dei tanti casi di confusione metodologica, si prepara un libro perché abbia un certo effetto, ma poi lo si distribuisce nei canali sbagliati e verso il “ricevente” della comunicazione già informato e interessato. È come sottolineare più volte una frase già chiara. Ma sicuramente non si raggiungono nuovi lettori e non si diffonde, nel caso specifico, la falsità dei Protocolli di Sion. Rimane così un’opera di grande valore, ben costruita ed estremamente chiara nel disegnare la mappa di questa menzogna.
Prima di tutto il suo lavoro è estremamente documentato e particolare anche nel far emergere una serie di personaggi minori, responsabilità spesso incrociate, ma anche aspetti culturali e sociali che potrebbero sfuggire a una trattazione troppo attenta solo al falso in sé dei protocolli. Così la vita di Golovinskij o di Joly sono sicuramente utili per dare un contorno storico più preciso e senza dubbio più credibile, che semplicemente affermare “Golovinskij copiò da un’opera do Joly”.
Inoltre evita il rischio di diventare pedante, come spesso capita ai fumetti con scopi didattici. Di Golovinskij conosciamo anche la madre, la vita del padre, e dal racconto di poliziotto anche l’amara vita di Joly, sempre pronto a combattere i tiranni. Il percorso storico disegnato è così dalle origini del libro da cui Mathieu Golovinskij si ispirò, anzi da dove copiò, per scrivere questa infamia dei Protocolli di Sion. Da quel primo volume che spinse lo Zar Nicola II a sostenere i progrom e scacciare i politici illuminati di cui si era circondato, seguono le varie ristampe, idee, ispirazioni che hanno mantenuto viva l’esistenza di questo falso. Spesso il racconto deve gestire fatti storici molteplici accaduti in circa cento anni di storia, ma Will Eisner riesce a maneggiarli bene e darci un quadro decisamente “isterico”. Se tribunali, giornali, storici hanno ampiamente ricostruito la verità, dall’altra parte chi vuole odiare crede che siano veri perché chi vuole smentire “ovviamente” lavora per “coloro che tramano contro l’umanità”. Può sembra un cane che si morde la coda. E lo è. Finché non si adotteranno metodologie nuove di comunicazioni, chi parlerà prima sarà sempre il più ascoltato, chi darà sempre la risposta più comoda e facile da comprendere, sarà creduto.
Viene da chiedersi se l’autore sia ottimista sperando che prima o poi si possa porre fine alla loro diffusione. Will Eisner ha un tono spesso altalenante tra l’ottimistico e il pessimistico in base soprattutto ai fatti storici che sembrano ogni volta sconfessare chi pensa di aver eliminato i protocolli.
Ancora oggi vengono pubblicati con grande perizia da chi vuole sostenere e diffondere l’odio. Una domanda sorge spontanea: ma a chi interessa svelare la falsità dei protocolli di Sion? A parte le vittime, a nessuno. Un nemico serve a tutti, già pronto per tutti gli usi.
Andrea Grilli