Il lupo dei mari
di Riff Reb’s. Kleiner Flug
L’adattamento dei classici o dei romanzi nel formato fumetto è sempre difficile. Si tratta di un lavoro di sintesi, di analisi, di scavo nelle profondità dello scrittore. Cosa voleva dire? cosa intendeva? perché il personaggio si comporta in questo modo o non in un altro?
E non solo. Come rappresentare i personaggi, i luoghi, quale stile scegliere, quali tecniche. Più un autore è ricco di strumenti di lavoro, più deve cercare soluzioni che siano tali da raccontare la sua interpretazione di quella storia. Perché solo di interpretazione si può parlare, di adattamento, non certamente di fedele trasposizione. Formula che è contraddizione per sua stessa natura.
Non è Jack London che scrive la sceneggiatura di questo fumetto. Ma in fondo meglio così.
Altrimenti avremmo perso l’occasione di leggere un lettura di un romanzo bellissimo sul mare e l’uomo. Sulla vita senza toccar terra che rappresenta una delle più potenti metafore della storia umana. Talmente fondamentale che la fantascienza ha vissuto e vive del gergo marinaro, le sue astronavi sono di fatto navi che solcano i cieli.
E ogni nave ha un suo capitano, come Salgari sapeva bene, e ogni capitano non può essere un personaggio qualsiasi, una seconda fila tra coloro che animeranno la storia, come sapeva bene Melville scrivendo il Moby Dick. London che è uomo di mondo nel senso pieno della parola, come ricorda l’autore di questa splendida interpretazione de Il lupo dei mari, Riff Reb’s, in arte Dominique Duprez:
Kack London ha divorato la vita con la voracità di un gigantesco incendio: saccheggiatore di ostriche, cacciatore di foche, cercatore d’oro, militante rivoluzionario, vagabondo, reporter di guerra, allevatore e coltivatore, marinaio dei mari freddi…
disegna un capitano che supera ogni definizione di complessità e ricchezza. Lupo Larsen è l’essere subito sotto la Natura stessa, la forza incontrollabile del mare. Non è il Male, non è il Bene. È la vita nella sua essenza senza protezioni, senza ipocrisie. E il nostro personaggio in seconda, il narratore che ci svela la potenza esperienziale della vita in mare, non è altro che uno scrittore senza spina dorsale, capace solo di sparlare di libri e scrivere di libri. Forse una critica poco sottile a quel vivere senza colore che è di molte persone. London come Hemingway si tuffa nella vita, attraversa l’onda della tempesta per uscirne più ricco come uomo.
Lupo Larsen è quel padre che Humphrey Van Weyden non ha mai avuto, quel padre che ti butta in acqua per insegnarti a nuotare, senza pietà o attenzione per la tua sicurezza. È esattamente ciò che non è una madre.
Infatti Hump crescerà, diventerà uomo. Questo romanzo diventa l’iniziazione di un uomo alla vita, il racconto di come si entra nella vita. Lupo Larsen come tutti i padri muore senza che possa essere veramente responsabile delle scelte del figlio, perché sono di fatti le scelte del figlio.
E anche se il nostro personaggio è carico di certezze razionaliste e scientifiche, pieno di sapere, di fatti si confronterà con l’imponderabilità del mare.
Riff Reb’s ha interpretato graficamente questa storia creando un percorso orizzontale di lettura. Ogni sezione, capitolo è colorata monocromaticamente, costringendo l’occhio a una tensione emotiva che non lascia tempo al riposo. Anche i colori più leggeri come il blu sono schiaffi di tensione. I rossi o i rosa ci trascinano nei meandri della nave, nella tensione violenta del vivere in nave, mentre i verdi ingannano dandoci l’illusione che possa esserci pace nella vita in mare.
Il blu del finale, come quello dell’inizio, sono un monito alla vita. Non c’è pace nel navigare nel mare dell’esistenza. Siamo barche senza controllo. L’ultima parola è al grande giudice, ricco di vita, di sogni e di leggende. Imponderabile.
Il mare.
Andrea