Il tempo di prima
“Il tempo di prima” edito da DeriveApprodi, collana Vox, 18.000 lire, 154 pagg.
Emidio Clementi è noto come cantante e paroliere dei Massimo Volume, ma un’altra attività creativa dove eccelle è la scrittura. Dopo una antologia di racconti “Gara di resistenza” (Gamberetti, 1997) ha scritto un romanzo che si intitola Il tempo di prima, edito da DeriveApprodi.
Enrico arriva nella zona del lago di Suviana portandosi dietro un passato raccontato attraverso piccoli capitoli in corsivo, piccole gocce di sangue che riempiono un bicchiere un po’ pulp e un po’ tenero. Tenero infatti è il racconto di Emidio Clementi, hops scusate di Mimì (nickname con cui è conosciuto famigliarmente a Bologna), dolce è il suo modo di raccontare e presentarli, ma dolce è anche il modo di permettere a loro, Enrico, Edoardo, Arturo e tutti gli altri, di raccontarsi.
Come ci ha raccontato lo stesso Mimì ai microfoni di Radio Città 103, ad un tratto gli stessi personaggi hanno preso un cammino autonomo, raccontandosi da soli, prendendo quella vita che ogni scrittore vorrebbe che fosse: osservatore di quelle tante gocce d’acqua che cascano dal rubinetto della creatività e prendono forme e percorsi diversi.
Così chi è giunto per fuggire, potrà ripartire, chi era lì fuggendo da se stesso forse partirà per altri luoghi o altre follie. Chi passerà per giungere ad un approdo, forse coglierà qualche fiore, ma riprenderà la sua strada.
Il romanzo è in prima persona, è Enrico a parlare, solo perché è il primo a entrare in azione, come un attore in scena. Ma le storie sono tante, come si diceva, e raccontate con affetto, senza quella crudeltà che qualcuno potrebbe pensare.
La scrittura di Mimì, poi, è a tratti poesia a tratti prosa. Sono frequenti nel testo frasi che vorremmo sottolineare, segnare per le immagini che sono in grado di stimolare nel nostro schermo mentale, proprio come il testo di una canzone.
“Mi piace il profumo delle puttane, le loro camere, i materassi senza lenzuola, l’odore dei preservativi. Sanno… Sanno di peccato.”
Parole scandite e misurate che ci spingono in una camera, la carta del libro, forse anche quella del giornale, odorano già di preservativi.
Ancora.
“La vita sarebbe scivolata via da quelle sponde come quando si toglie il tappo da un lavandino.”
Oppure si possono trovare non tanto perle di saggezza, quanto intelligenti riflessioni di vita che tutti potremmo sottoscrivere: “(le donne) riescono a mandarti il cuore in frantumi con la stessa facilità con la quale ti frantumano i coglioni.”
“Quello che ti frega sono i ricordi, ti si appiccicano addosso e, a quel punto, non c’è più niente da fare.”
Il tempo di prima è, come giustamente ci dice la quarta di copertina, la definitiva affermazione letteraria di un musicista molto amato dal pubblico che affolla i concerti dei Massimo Volume, e sempre ascoltato per la sincera passione dei suoi testi. E proprio questa sincerità va apprezzata, sincerità che traspare dalle parole di questo libro, ma soprattutto dalla stessa persona di Mimì e dai suoi personaggi, specchi possibili di tanti di noi.
Andrea Grilli