Interstellar
di Christopher Nolan
Interstellar è un film sicuramente discusso e dibattuto. Un film complesso, profondamente scientifico e umanista, due caratteristiche che offrono una serie di riflessioni e valutazioni sui temi trattati.
Prima di tutto il film è ispirato da un saggio di una delle menti più brillanti del California Institute of Technology, Kip Thorne, specializzato in fisica della gravitazione e astrofisica e uno dei maggiori esperti di relatività generale.
L’aspetto scientifico è decisamente difficile da commentare se non si possiedono le competenze adeguate, anche se molte scene del film cercano di offrire spiegazioni anche semplici per evitare un effetto “distacco” dello spettatore.
Alcuni siti web hanno anche prodotto una serie di informazioni per aiutare la maggiore comprensione degli elementi sul tempo, gravità e relatività. Per esempio il quotidiano on line Il Post si preoccupa di rispondere a una decina di domande che vengono guardando il film (http://www.ilpost.it/2014/11/10/interstellar/).
Un paio di grafici linkati da Badtaste.it http://www.badtaste.it/2014/11/11/grafici-illustrano-timeline-scienza-base-interstellar/104849/ aiutano a seguire la complessa timeline del film, strutturata sui vari viaggi spazio-temporali attraverso l’uso della forza di gravità come canale di connessione tra misteriose forse aliene del futuro e gli uomini.
È positivo che vengano prodotti film che impongono di superare i limiti delle proprie conoscenze, che invitino al dibattito e al confronto su temi anche complessi come il viaggio nello spazio, i buchi neri, ma soprattutto, ed è qui che gioca la lettura umanista, il confronto sempre e comunque tra uomo e scienza. Tra pensiero umanista che incide sul nostro processo decisionale, che si contrappone al pensiero scientifico. Anzi sembra che entrambi se scollegati non possano aiutare l’Umanità, come solo dalla compensazione dei due estremismi si possa trovare un percorso positivo.
Il pilota Cooper ha due figli, è agricoltore dopo un passato militare e aerospaziale, ha quindi conquistato o associato alla propria competenze scientifica, un’altra più antica e forse più tradizionale, ma che gli consente di prendere decisioni limitate, decisioni che tengono conto anche del prossimo, del prossimo uomo.
A lui si confrontano scienziati come Amelia e il padre, il prof. Brand, che hanno perso il contatto con l’uomo, e quasi accademicamente parlano di specie umana.
Ed è quindi qui il tema del film, almeno per chi scrive, la differenza profonda tra Umanità e Specie, tra Umanesimo e Scienza. Se ognuno di questi elementi sono distinti, non possono che generare distruzione. Parlare solo di specie vuol dire dimenticare ogni singolo essere umano con il suo nome, la sua storia, i suoi sentimenti. Parlare solo di Umanità vuol dire perdere il senso storico-evolutivo della Terra.
Gli autori scelgono una strada decisamente più umanistica, ma densa di scienza. È il rapporto padre-figlia, vecchio e nuovo, a rinsaldare il percorso dell’Umanità. La specie si salva perché non dimentica i propri singoli, le proprie singolarità che potranno salvarsi lasciando la Terra. Non poteva essere una madre, perché essa rappresenta la terra, ma la terra è stabilità, mente l’uomo deve elevarsi e prendere il largo.
Come un figlio, vola verso il cielo, tra le stelle.
Andrea
- Scheda del film su Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Interstellar
- Scheda IMDB http://www.imdb.com/title/tt0816692/
- Spiegazione scientifica con altri video collegati sul tema https://www.youtube.com/watch?v=m2RadZX-Y1c