Knives out (Cena con delitto)
Knives out (Cena con delitto), diretto da Rian Johnson, 2019.
Si tratta di un piccolo capolavoro, una splendida regia con richiami ai classici del cinema americano come le riprese alla Orson Welles, dove le linee prospettiche accompagnano l’occhio dello spettatore verso imagini, concetti e sensazioni che si trovano fuori dalla cornice dello schermo, cinema o televisore che sia.
Il frame è solo un frammento, quasi uno zoom, di una immagine più grande e complessa che il regista non riesce a racchiudere, a catturare. Cena con delitto o meglio Knives out lascia sempre un tocco di gusto amaro nello spettatore che sente di non poter vedere tutto, di non poter cogliere tutti gli elementi della storia. Qualcosa sfugge, qualcosa è fuori dalla capacità di essere colta, ma è compito del detective, del Poirot di turno, di svelare le parti mancati… anzi descriverle.
A questa regia così ricca, si unisce una recitazione spesso impeccabile anche di attori bravi, ma mai emersi, e in alcuni casi piacevoli scoperte cone Chris Evans, finalmente fuori dall’ingonbrante e rigido ruolo di Capitan America.
Va elogiata anche la fotografia e la colonna sonora, senza dimenticare l’infaticabile ruolo del costumista e delllo scenografo, tutti capaci di costruire un ambiente visivo, sonoro e olfattivo di rara qualità.
Cena con delitto – Knives out è un piccolo capolavoro salvo che manca totalmente di una trama credibile, di una trama che sia un giallo classico, vero, autentico dove la triplice presenza di: assassinato, omicida e detective si intrecciano per svelare un mistero, un movente credibile. Invece una banale storia di immigrazione clandestina, eredità mancate e pseudo-assassini. Il tutto condito con sottile, ma onnipresente politica pseudo-democratica. Alla fine sarà l’imigrante che ha rispettato le leggi a ereditare il patrimonio accumulato da un vecchio scrittore americano, che preferisce il profumo della giovane infermiera ai figli, cresciuti da lui come parassiti egoisti e ipocriti.
Il sapore, il profumo del giallo alla Agatha Christie svanisce di fronte all’ansia di dare un significato moderno, ossessivo rispetto a una sana storia di omicidio tra ricchi squatrinati. Il confronto quasi naturale è con la rilettura di Kenneth Branagh di Poirot. L’attore e regista inglese, che sa ben lavorare con i classici grazie alla sua formazione, riesce a rilanciare e interpretare un classico del giallo, senza cadere in banalità moderniste.
Cena con delitto – Knives Out è un film esteticamente stupendo, ma senza trama, intesa come quell’intreccio di eventi, persone e cose che fa emozionare.
Certo però che è nato un nuovo personaggio, Benoît Blanc e un Daniel Craig che lo interpreta in modo straordinario.
Andrea Grilli