La retorica del leggere
La retorica del leggere libri si sta diffondendo sempre di più.
Dopo la diffusione del populismo che ormai spadroneggia tra vita reale e sociale, la risposta di quella società definita “radical chic” è quella di esaltare la lettura, cioè il leggere libri, come un atto tipico di chi è rispettoso dei valori democratici, di chi è internazionalista, di chi non può che essere “non cattivo”.
Anzi il leggere è visto come un atto che favorisce il pensare, l’acquisizione di valori e comportamenti come l’essere educati, oppure comprendere il mondo in modo corretto, assorbendo i corretti modi di pensare.
Questa retorica è diffusa sia tra i semplici lettori, come se così si assolvessero rispetto al peccatto dell’ignoranza altrui, sia dagli operatori del settore culturale, che in questo modo cercano di salvare il loro stesso mercato.
La realtà che possiamo avere un libro di Burioni, ma anche di un qualsiasi novax. Sono sempre libri e sono sempre letti.
Adolf Hitler scrisse un libro per chiarire in modo preciso e puntuale cosa pensava e cosa voleva fare. Un libro da leggere.
Esistono librerie in tutta Italia dove si vendono libri di esoterismo, fanta archeologia e fanta storia, libri dove pseudo scienziati “indipendenti” svelano i più profondi segreti dei “poteri forti”.
Anche chi crede che il vaccino serva per riscrivere il codice genetico per controllarci, legge un libro che racconta questa panzanata.
Retorica del leggere, forse bisogna cambiare prospettiva.
Se la prospettiva è che leggere libri non ha un valore positivo, per definizione. Allora bisogna cambiare punto di vista.
Probabilmente bisogna porsi le seguenti domande:
- Cosa leggere?
- Quanto leggere?
- Quando leggere?
Si tratta di tre domande ch vogliono operare sul piano della qualità della lettura. Questo non vuol dire leggere solo i classici, perché rischiamo altrimenti di coltivare un pensiero troppo connesso al passato. Neanche però snobbarli per dare spazio solo alla letteratura contemporanea.
Leggere un libro fa bene, amplia i punti di vista, aumenta la nostra conoscenza, solo se abbiamo un piano di lettura ampio e ricco. E selezionando.
Se vogliamo conoscere la letteratura sudamericana non possiamo leggere solo la Allende o Marquez, ma espandere il nostro vocabolario letterario leggendo gli autori della casa editrice Edizioini SUR, oppure Feltrinelli.
Questo non vuol dire escludere un manuale di tarocchi, ma consapevoli che non ha alcunché di scientifico o vero. Se invece leggiamo un libro di storia dei tarocchi, scritto da uno storico vero, allora combatto le superstizioni, inserisco i tarocchi nel contesto culturale corretto ed espando le mie conoscenze.
Ma dire che chi legge è democratico, oppure tollerante, oppure razionale o consapevole del valore della scienza… è retorica. Pura e semplice retorica.
Andrea Grilli