La vera storia del pirata Long John Silver
di Björn Larsson, Traduzione di K. De Marco, Iperborea, 1998
Long John Silver è un personaggio mitico nella letteratura quanto ormai nella storia della pirateria. Anche se non è mai esistito realmente, sicuramente qualcuno di simile ha calpestato i ponti delle navi pirate che assaltavano i vascelli pieni di merci e ori.
Il Long John Silver di Björn Larsson è molto diverso dal personaggio fantastico e leggero che Robert Louis Stevenson racconta nell’Isola del tesoro. I lettori sia giovani che adulti sono abituati a ben altre storie, più mature e dure di quanto fosse la letteratura di un paio di secoli fa. Così Björn Larsson inizia dalla gioventù di Long John Silver per costruire la base psicologica del personaggio, perché è un pirata, o meglio come è arrivato a essere uno dei più temuti tra i bucanieri.
Björn Larsson dimostra di aver approfondito la storia della pirateria, cita e racconta fatti e personaggi realmente esistiti, anche se dal punto di vista di Long John Silver ed è questo l’aspetto più importante. Non vi è un tentativo di storicizzare la pirateria attraverso la bocca del pirata, ma di dare un senso reale o concreto, una specie di realismo al pirata che esiste solo nel romanzo di Robert Louis Stevenson, ma che finalmente acquisisce
un peso e un valore diverso.
È lo stesso Long John Silver a raccontare se stesso e quindi a rinforzare maggiormente la
verosimiglianza della storia e la sua esistenza.
Ma dall’Isola del tesoro a La vera storia del pirata LongJohn Silver ci sono due secoli di narrazione sempre più intensa, cruda e realistica. Il cinema ha fatto propria la vita sgangherata dei pirati rendendola anche ridicola, ma accattivante.
Il romanzo di Björn Larsson riconduce la pirateria a uno sporco realismo perché origini e destini di quegli uomini non erano romantici, ma di disperazione, sofferenze e speranze mancate.
Andrea Grilli