Le origini di Capitan America
È il 1941, marzo, siamo sempre a New York, dove vari fumettisti, scrittori e tipografi stanno scrivendo la storia del fumetto. E’ appena uscito un nuovo comic book con un nuovo supereroe. Si tratta di Capitan America. Dedicare qualche riga a Cap, come spesso viene amichevolmente chiamato è doveroso, visto che dalla sua creazione ha ispirato oltre tre generazioni di supereroi.
Fu creato oltre che da Jack Kirby anche da Joe Simon. Joe era cresciuto a Rochester, New York, in una famiglia di ebrei dove il padre praticava il mestiere del sarto. Il co-autore di Cap inizia a lavorare con diversi autori e syndacate come freelance. È in quella occasione che incontra Kirby, nel 1998 ha così descritto quell’evento:
I had a suit and Jack thought that was really nice. He’d never seen a comic book artist with a suit before. The reason I had a suit was that my father was a tailor. Jack’s father was a tailor too, but he made pants! Anyway, I was doing freelance work and I had a little office in New York about ten blocks from DC [Comics]’ and Fox [Feature Syndicate]’s offices, and I was working on Blue Bolt for Funnies, Inc. So, of course, I loved Jack’s work and the first time I saw it I couldn’t believe what I was seeing. He asked if we could do some freelance work together. I was delighted and I took him over to my little office. We worked from the second issue of Blue Bolt…
Successivamente la Timely Comics, prima di diventare la Marvel Comics, commissiona ai due autori la creazione di un nuovo supereroe dopo il successo della Torcia Umana. Nasce così Capitan America che vende subito un milione copie. Si tratta di un personaggio figlio del periodo della guerra.
Sempre Simon dice ”The opponents to the war were all quite well organized. We wanted to have our say too.” Proprio così. Il personaggio combatte nazisti e giapponesi, presentando il punto di vista di chi ritiene che si debba combattere il pericolo nazista. Il personaggio generò una ricca discussione tra i lettori di comics spesso con lettere molto negative e la nascita di fan club.
Il duo Simon-Kirby produsse solo i primi dieci numeri, poi passò alla DC Comics. Il loro personaggio resisterà fino al 1950 per poi andare in vacanza e tornare nelle edicole americane nel marzo del 1964 nel numero 4 del comic book The Avengers. Il personaggio ha sempre rappresentato i valori di libertà tipici della società statunitensi. E li difenderà fino a morire in una delle miniserie più forti anche politicamente della Marvel, Civil War, dove i supereroi si dividono tra coloro che rivelano la loro identità e chi si rifiuta per non essere controllato dallo Stato. Una miniserie che riflette il drammatico dibattito politico e sociale sulla Libertà durante l’amministrazione di Bush junior.
Cap è contro la schedatura, contro il carcere per coloro che si oppongono. Difende quella libertà assoluta, piena, autentica che aveva difeso contro il nazismo. E morirà per questo.
Per poi tornare, come tutti gli eroi non può veramente morire. Il suo destino è perseguire l’obiettivo che gli autori gli hanno affidato. Spesso è stato associato a temi nazionalistici e troppo-americanofili, perdendo spesso nel confronto con altri “super” meno marcatamente statunitensi. Ma alla fine non può che emergere il significato più profondo, la sua identità di difensore della Libertà. Come i supereroi creati da Stan Lee, Bob Kane e tanti altri autori ebrei statunitensi, il Capitan America di Jack Kirby e Joe Simon si erge al golem che non è più tra noi e difende i più deboli da chi come il nazismo conosce solo la violenza morale e fisica.
Andrea Grilli