L’ora blu delle fiabe
di Ilse Herlinger Weber, a cura e traduzione di Rita Baldoni, disegni degli studenti del Liceo linguistico delle classi 4E, 4F, 4G, 5E, 5F, 5G e 3L del Liceo Scientifico ( a.s. 2013-2014) del Leonardo Da Vinci di Civitanova Marche
Ilse Herlinger Weber era andata persa, dimenticata in quell’elenco straziante di 6.000.000 morti. Eppure ognuno di noi lascia un segno, Ilse lo aveva lasciato, tra le onde del tempo, tra i sogni dei bambini e tra le favole positive, felici e rivolte al futuro che Ilse Herlinger Weber aveva scritto e raccontato ai bambini che nella sua vita aveva incontrato.
Il suo esordio come scrittrice è nel 1928 con la casa editrice Dr. Färber di Ostrava. Era nata nel 1903 a Witkowitz nello stesso distretto. Si dedica alla scrittura delle fiabe sia per radio che, come abbiamo visto, scritte e pubblicate. Queste fiabe accompegneranno la breve vita di Ilse Herlinger Weber fino alla morte nel campo di concentramento di Theresienstadt, dove aveva assunto la direzione di un Kindermarodenstube (reparto riservato ai bambini malati).
Ilse Herlinger Weber era cresciuta in un ambiente multiculturale, mitteleuropeo e aperto alla diversità, ma incapace di difendersi dall’ora dell’odio e dell’ignoranza che si diffondeva in Europa. Eppure nel suo agire e soprattutto nelle sue fiabe, c’è un sottile e costante ottimismo. C’è il respiro della positività che ogni buona fiaba per bambini deve avere.
Ogni storia presente in questa antologia combina tradizione ebraica e fanciullezza, desiderio che ai bambini sia sempre possibile accedere a un mondo migliore, un percorso che va sempre per la giusta direzione. Se gli eventi vanno male, andranno bene, perché la bontà di cuore è sempre ripagata. Perché nel Mondo c’è spazio per un luce positiva in fondo al tunnel.
In qualche modo non si può uccidere l’innocenza, anzi proprio abbracciando la tradizione ebraica e le sue storie così cariche di valori che si diventa adulti.
Le fiabe di Ilse Herlinger Weber si oppongono all’orrore, anche oggi, leggendole si oppongono all’orrore.
Per l’edizione italiana va sottolineato lo straordinario lavoro di traduzione, ma ancor prima di recupero e riscoperta di Ilse Herlinger Weber fatto da Rita Baldoni e dai suoi studenti che hanno tradotto la bellezza delle favole, in disegni dipinti con gli stessi occhi dei bambini che hanno letto e leggeranno queste storie.
C’è comunque un argine all’odio, al male, la innegabile e immortale innocenza degli occhi dei bambini. Finché ci sarà un bambino, ci sarà speranza.
Andrea Grilli