Manoscritti e agenzie letterarie
Qualche settimana fa una agenzia letteraria ha postato sulla pagina Facebook i propri servizi, tra i quali anche la lettura a pagamento dei manoscritti. Una lettrice, evidentemente contraria alla pratica del pagamento per la valutazione dei manoscritti, ha sollevato pesanti critiche. Conseguenza: post sparito e commenti anche.
La questione non è particolarmente rilevante. Le agenzie letterarie non brillano per capacità di dialogo con i propri “potenziali clienti”. Questo perché il numero di scrittori esordienti è così alto, che le agenzie, ma anche molti editori, hanno scelto di essere cattivi, arroganti, antipatici e in qualche cinici. Tutti valori che non dovrebbero essere presenti nel mondo della letteratura, sempre che non siano elementi distintivi di uno scrittore, tale per cui diventa un “personaggio”.
È certo, almeno per chi scrive, che il sistema editoriale è ormai bloccato. Spesso e volentieri nuovi autori, risultano essere dipendenti di case editrici, mentre il perfetto sconosciuto deve passare tra colpi di fortuna, coincidenze ecc… anche e pur avendo un buon testo o storia da raccontare.
In realtà leggere il manoscritto a pagamento, probabilmente, è diventato il business principale delle medie e piccole agenzie.
Scoprire nuovi autori non è business, perché costa tempo leggere le centinaia di lavori che arrivano. Allora meglio inserire un filtro. I soldi.
Forse hanno ragione le agenzie, le case editrici. Forse hanno ragione gli autori. Quello che colpisce è la perdita di attenzione al vero motivo per cui da secoli ci mettiamo attorno al fuoco, raccontare storie.
Raccontare storie è difficile, ma ancora di più è difficile ideare una storia da raccontare. Troppo spesso le agenzie letterarie danno spazio al tecnicismo. La prova ne è la bassa capacità di storytelling dei nostri scrittori. Bloccati in corto circuiti auto referenziali.
Ma tanto ci sono molti manoscritti da valutare, ogni anno ci sono nuovi autori che sognano di essere pubblicati e così il mercato va.
Ma hanno ragione tutti. In fondo…. al pozzo del nulla dove stiamo cadendo.
Andrea Grilli