Multigiornalismi – La nuova informazione nell’età di Internet
A cura di Mario Morcellini e Geraldina Roberti
Guerini e Associati
Che il giornalismo italiano non goda di buona salute è evidente quanto preoccupante, soprattutto perché la qualità dell’informazione è un buon indice per capire lo stato di salute di una democrazia. Ma il giornalismo è anche un mestiere nel senso rinascimentale del termine: un artigiano che fa arte.
Questa antologia si pone alcune domande e offre alcune risposte molto utili per capire come è cambiato il mondo dell’informazione italiana e come si stia proponendo nel web e non solo. O meglio come l’introduzione delle tecnologie, il loro integrarsi e convergere verso uniche piattaforme possa trasformare il modo di fare informazione. Ma se cambia questo ‘modo’ dovrà prima cambiare chi lo fa. E come cambia? E questi cambiamenti sono solo formali, articoli più corti, servizi radiofonici meno lamentosi, oppure cambia la natura del giornalista e il suo modo di lavorare e la sua cultura?
Proprio perché la società moderna si fonda su valori di innovazione e di cambiamento così repentini e veloci, anche una professione come quella del giornalista deve ritararsi sulle mutazioni sociali.
Intervengono Claudio Giua, all’epoca direttore dei contenuti di Kataweb, ora direttore generale, sulla gestione e il funzionamento di portale generalista ma votato all’informazione come quello della omonima società. Oppure Andrea Piersanti esplora le varie sindromi che possono colpire i giornalisti e il giornalismo (Ulisse, Rossella O’Hara e Davy Crockett).
Alcuni interventi studiano i cambiamenti e i rapporti del giornalismo con la società: intervengono Mario Porcellini, Alberto Marinelli e Geraldina Roberti. Ma non si può dimenticare l’epilogo di Giuseppe Mazzei: Dopo il giornalismo, quale formazione?
Titolo che in qualche modo riepiloga una presa di coscienza che forse il giornalismo come lo pensiamo o lo abbiamo sempre pensato è sulla via del tramonto.
Andrea Grilli