Notte eterna e The Strain
di Guillermo Del Toro e Chuck Hogan
Tema classico come quello dei vampiri. Un tema che ha offerto negli anni diverse gestazioni e soluzioni diverse sulle origini e sul modo per eliminarli. Dal Dracula di Bram Stoker, versione romantica ottocentesca del Male, alle versioni supereroistiche alla Blade della Marvel Comics, di idee ne sono passate tante sotto i ponti. Anche il buon Wes Craven, come produttore, cercò di inserire nuovi elementi al mito del vampiro attribuendogli l’identità di Giuda Iscariota.
Il tema è sempre biblico o cristiano. C’è sempre qualcuno che fa una scelta “malefica” per diversi motivi e si ritrova a portare, piacevolmente o no, la maledizione del sangue. Nell’ultimo Dracula Untold, decisamente brutto come film, scopriamo un Vlad Tepes intento a salvare la famiglia, la terra su cui regna e un generico intento anti-islamico sugli Ottomani. Un film che cavalca la paranoia di questi anni.
D’altra parte la letteratura di genere cavalca le paranoie.
Qualche tentativo di produrre vampiri con origini scientifiche c’è stato e non senza ragguardevoli risultati. Non possiamo dimenticare la trilogia (il quarto film lo lasciamo bruciare nelle cantine) Underworld dove l’origine di vampiri e licantropi è attribuita alla progenie di un uomo, Alexander Corvinus. Idea interessante, ben girata e divertente.
Si parla di film perché il tema dei vampiri ha ben mescolato media diversi, tra cinema e letteratura. Molti gli adattamenti da romanzi, molti film e anche serie televisive.
Ovviamente la serie Twilight la possiamo scartare, si tratta di un prodotto per adolescenti il cui mercato di intrattenimento nel caso specifico è più simile a Top Gun degli anni Ottanta.
Insomma che il vampiro sia figlio di un uomo, Giuda, trasformato per un patto con il Diavolo, collegato a antichi demoni mesopotamici o precolombiani (vedi Dal Tramonto all’Alba), comunque piace.
Non stupisce allora che un Guillermo Del Toro si sia lanciato nell’avventura di scrivere prima una trilogia, insieme allo scrittore Chuck Hogan, e poi lavorare sulla serie televisiva, The Strain.
Notte eterna è il terzo volume della trilogia Nocturna. Un libro che si può leggere indipendentemente dai primi due per la completezza dei riferimenti sia mitici che narrativi. Il lettore comprende perfettamente cosa è successo.
Un romanzo senza picchi narrativi, ben scritto, con molte scene d’azione e personaggi sempre uguali a se stessi, come tali devono essere i personaggi di “genere”. Finale un po’ tirato e qualche balbettio nella coerenza fantastica che dovrebbe convincere il lettore “a crederci”.
Ma se cercate un buon libro da leggere senza troppi pensieri o siete incalliti amanti dei succhiasangue, allora non può mancare. Rinunciando però alla sorpresa sul finale della serie televisiva The Strain.
Andrea Grilli