Otaku – i giovani perduti del Sol Levante
[amazon_link asins=’8816409207,8882100995′ template=’ProductGrid’ store=’dibbukitls-21′ marketplace=’IT’ link_id=’de2d06da-28d4-11e7-8aad-cd285bd8dc68′]
Massimiliano Griner – Rosa Isabella Fùrnari “Otaku – i giovani perduti del Sol Levante”, 155 pagg., Castelvecchi, £. 18.000
Esiste una generazione in Giappone che passa il suo tempo, quasi tutto, a collezionare immagini e oggetti a livelli feticistici e soprattutto in un ambiente virtuale.
Gli otaku.
Ormai resi famosi sia dai romanzi cyberpunk di Gibson sia da alcune tragiche vicende criminose successe nel Sol Levante (ndr. l’articolo è stato scritto nel 1999), gli Otaku potrebbero nascondere la catalogazione di un’ampia parte di una generazione che si sta chiudendo dentro se stessa per ritrovarsi in altri spazi e con altri mezzi.
Lo studio di Massimiliano Griner e Rosa Isabella Fùrnari procede da prima a una presentazione della società giapponese, da noi poco nota o conosciuta in modo errato e pregiudizievole, per poi presentare e approfondire il fenomeno otaku.
Non mancano personaggi mitici, eventi di particolare importanza, riviste e fanzine che hanno scritto la storia dei “collezionisti” made in Giappone.
Così scopriamo che il fenomeno è strettamente legato anche al sesso, anzi l’oggetto del collezionare riguarda soprattutto ciò che ruota attorno al sesso: mutandine, peli, fumetti; ma anche tutto ciò che è legato al mondo dei computer, delle anime (cartoni animati giapponesi) e di quanto altro forse noi non penseremmo di collezionare, ma gli otaku sì.
Ogni capitolo è arricchito da note ed è presente anche una bibliografia che non tocca solo il fenomeno, ma offre anche consigli per conoscere la società giapponese e i suoi costumi.
Un libro intelligente e ben fatto che apre uno spiraglio su un paese condizionato dalla faciloneria con cui molti pretendono di parlarne.
Il Giappone sta cambiando, come? È tutto da capire.
Andrea Grilli