Riordinare i libri, tema delicato
Marie Kondo è una giapponese esperta di riordino, cioè come riordinare e mettere a posto le cose in casa. Si considera e forse lo è la massima esperta in materia. La Vallardi ha pubblicato il suo libro-guida Il magico potere del riordino – Il metodo giapponese che trasforma i vostri spazi e la vostra vita.
L’autrice si occupa delle diverse categorie presenti in una casa, come vestiti, documenti, foto e ovviamente libri. I libri per la Kondo occupano il secondo posto tra le cose da sistemare. Va detto per precisione che la tecnica dell’autrice è di ridurre gli oggetti presenti nelle case o nelle stanze. Il riordino non è semplicemente mettere a posto le cose secondo una certa logica, ma anche sceglierle e conservare solo cosa può aver senso.
Kondo lavora proprio sul dare un significato alla parola “senso”.
Ma l’obiettivo non è recensire questo libro, quanto concentrarci sui capitoli dedicati al riordino dei libri e capire cosa voglia dire mettere in ordine i libri o anche i fumetti.
Due sono i tipi di libri che vanno gestiti: quelli che non leggeremo e quelli che abbiamo letto.
L’autrice suggerisce di scegliere e conservare quei libri sulla base de “l’emozione che vi provocano nel momento in cui li sfiorate”. Credo che non si possa negare che alcuni libri, quelli che abbiamo amato, provochino una emozione tale da impedirci di buttarli, regalarli o rivenderli, ma dobbiamo anche ammettere che chi compra libri, pensa che il libro per se stesso da una incredibile emozione.
Cioè è l’essere stesso del libro a essere emozionante. Ma la signorina Kondo non molla la presa, non solo possiamo liberarci di quei libri che non ci danno emozioni con i loro contenuti, ma anche quelli comprati e non letti prenderanno la stessa strada, quella dell’espulsione.
Il principio è semplice, se li abbiamo comprati e non letti, non li leggeremo sicuramente. Inutile e furviante sperare di leggerli un giorno.
Questo metodo si applica con qualsiasi categoria: libri (anche i professionali, didattici ecc…), riviste, fumetti.
Insomma dovremmo avere in casa solo i libri che hanno provocato emozioni.
Viene da chiedersi se tutto questo sia possibile praticarlo. Abbiamo già sottolineato che esiste una categoria di lettore amante dei libri, che sente emozioni dal libro stesso, che sia un manuale di uncinetto o un grande romanzo della letteratura mondiale, difficilmente riuscirà a liberarsi. Così come un altro aspetto che incide nel “non buttare” è l’autore stesso.
Siamo consapevoli che gli autori non hanno sempre un livello eccezionale. Spesso a un libro che ci conquista, può associarsi un libro di scarsa qualità. Pensate a un caso come Gabriel Garcia Marquez, dopo Cent’anni di solitudine ha sicuramente scritto bei romanzi e in alcuni casi ancora degli ottimi romanzi, ma anche delle buone prove, non certamente così magnifiche da dover o voler essere conservate.
Che fare allora?
La risposta non è facile, Marie Kondo semplifica un po’ troppo, ma forse proprio questa semplificazione, distaccata dal fanatismo del lettore, possa offrire spunti di riflessione, aiutarci a capire se ha proprio senso conservare tutti i libri che abbiamo.
Potremmo per esempio pensare a rivendere i libri che scartiamo per finanziarne l’acquisto di altri, oppure donarli a una biblioteca comunale o di quartiere. Ci sono tanti modi per salvare i nostri libri e donargli una nuova vita, salvando la nostra casa.
Andrea Grilli