Stelle velate
Tahar Ben Jelloun, Stelle velate, testo a fronte, trad. Egi Volterrani, 300 pagg., Einaudi, £. 26.000
Di Tahar Ben Jelloun conosciamo la produzione di prosa e saggistica, l’ultimo libro edito dalla Einaudi è Lo specchio delle falene, i lettori poi di Repubblica e Panorama lo conoscono anche come opinionista e giornalista. Ma adesso finalmente appare una raccolta di poesie. Già nel 1991 la piccola, ma affascinante casa editrice Melangolo ci aveva regalato il poema sulla guerra del Golfo Dalle ceneri (presente per intero anche in questa raccolta).
L’Einaudi ha pubblicato questa raccolta che presenta sia componimenti delle origini, 1971 con Uomini sotto sudario di silenzio, fino agli ultimi dedicati alla città di Fès, sua città natale (1944 – Marocco): Fès. Trenta componimenti, anch’esso pubblicato per intero.
La poesia di Tahar Ben Jelloun all’inizio della sua carriera di scrittore, quando era ancora uno studente universitario, era strettamente legata alla situazione sociopolitica del Marocco, ed era una poesia impegnata.
E lo si nota sia nella lunghezza e nella quantità dei versi, per la ricerca del poeta di approfondire, forse capire, e soprattutto comunicare gli eventi del proprio paese.
Successivamente abbandona le tematiche politiche e si sposta verso una maggiore ricerca della parola, del messaggio e della sintesi del linguaggio, senza abbandonare l’attenzione verso la realtà che lo circonda, ma che fin da l’inizio ha sempre letto con uno sguardo onirico, quasi fantastico. Una caratteristica che lo rimanda alla tradizione favolistica e fantastica dell’antica narrativa araba.
Basta leggere l’ultima raccolta Fès. Trenta componimenti, dove Tahar Ben Jelloun racconta la storica città, per leggeri versi che solleticano il nostro odorato e ci trasmettono profumi dell’antico oriente:
(…)
Si dice che l’olio di Fès
Sullo zenzero
Ridia speranza ai destini spezzatiSi dice ancora che le donne di Fès
Abbian pelle di latte e vita snella
Ma siano grasse e ridanciane(…)
Andrea Grilli