The adventures of Yaakov & Isaac
di Joe Kubert
Nel 1985 Joe Kubert riceve una visita molto particolare, Rabbino Dr. David Sholom Pape, editor della rivista Moshiac Times, che in quel periodo stava cercando un fumettista ebreo per un incarico particolare. Nella sua ricerca si era imbattuto in Paul Levitz della DC Comics che lo aveva mandato da Kubert.
Così un giorno si presentano dal nostro autore quattro uomini che gli prospettano l’occasione di disegnare storie ispirate dalla tradizione ebraica o dalla Torah secondo un obiettivo chiaramente didattico. Dopo una prima resistenza Kubert accetta, da quel giorno inizia a produrre circa due pagine al mese. Il risultato è un volume The adventures of Yaakov and Isaac, oggi reperibile direttamente su Amazon.com e sono pubblicati dall’editore Mahrwood Press, impegnato nella pubblicazioni di libri illustrati di argomenti religiosi.
Si tratta di due ragazzi, due giovani ebrei come tanti, che curiosano nelle libreria della scuola rabbinica e leggono diverse storie, in una, intitolata L’importanza della Torah, leggono di Rabbi Chiya, in un’altra storia apprendono l’importanza dei Tefillin. E così via. Ogni storia, in due-tre pagine, Kubert presenta i due giovani in particolari situazioni che sono l’occasione per sottolineare l’importanza di un mitzvah. Il disegno di Kubert è sempre eccellente, ogni inquadratura ci accompagna nella storia, cogliendo gli elementi fondamentali: l’impegno di Yaakov durante la corsa è sottolineato da una serie di immagini che esprimono il modo con cui il ragazzo ha vinto la gara. Ma alla fine del racconto lo stesso Yaakov spiegherà che indossare i Tefillin ogni mattina gli permette di riflettere sul significato della disciplina, che a sua volta lo ha aiutato a essere migliore.
Per ogni storia c’è una introduzione e un finale scritto dove vengono offerte ulteriori riflessioni e spunti per approfondire i valori dell’ebraismo.
Si tratta di un volume veramente strano, ma non è il primo, a combinare illustrazioni ed educazione, basta ricordare le bellissime Haggadah di Mark Podwal e di Emanuele Luzzati; oppure “L’ebraismo per principianti” di Charles Szlakmann che con molto umorismo e anche ironia racconta la storia degli ebrei e i principi dell’ebraismo.
Da quando la madre di Chagall prese per matto il figlio quando gli rivelò la sua attenzione di fare il pittore, l’approccio alla rappresentazione dell’uomo è cambiata a tal punto da pensare che l’illustrazione e i fumetti possano essere un veicolo importante di conoscenza per i giovani. Ma attenzione. Il disegno deve sempre essere realizzato non solo secondo le miglior tecniche, ma anche secondo le migliori sensibilità. Spesso l’approccio didattico può essere pedante. Ecco perché fu un’ottima idea chiedere aiuto a Kubert.
Andrea Grilli