Una volta l’Argentina di Andrés Neuman
Una volta l’Argentina di Andrés Neuman, Edizioni Sur, 2022, Traduzione di Silvia Sichel.
Leggendo questo libro di Andrés Neuman viene una domanda: raccontare la storia di una famiglia, è raccontare la storia di una nazione o di un popolo? Di una cultura? E quale cultura verrebbe anche da chiedersi.
L’autore ripercorre diverse generazioni della famiglia, dai trisnonni fino a se stesso e inevitabilmente ripercorre la storia dell’Argentina. Non si tratta di un percorso sistematico sia per la famiglia che per la sua nazione di origine. La struttura del romanzo Una volta l’Argentina è come il percorso di un gambero, Andrés Neuman fa un passo avanti e due indietro per raccontare prima di tutto sensazioni, profumi, odori dei luoghi e delle esperienze dei suoi famigliari, e poi inserirli nel contesto storico dell’Argentina.
Va sottolineato che l’autore non si abbandona a un vero giudizio morale della società argentina, ma piuttosto a un racconto storico. I fatti storici sono essi stessi una valida testimonianza, certamente sono filtrati dall’occhio personale di Neuman. Si tratta di una testimonianza condizionata, ma sempre una testimonianza.
Andrés Neuman, anzi la sua famiglia, sono testimoni di una nazione che ha sofferto, che soffre ma non si piega. Lì in fondo ai mappamondi, alle cartine geografiche, l’Argentina va avanti.
Il tentativo di cancellare una cultura e una diversità culturale è fallito. Ma Neuman non cade nel limite, anche se fondamentale, di raccontare solo la dittatura e i crimini da essa commessi, ma ci rende una Argentina più globale, più tonda, forse anche più grande di quanto volessero ridurla i militari.
La nuova edizione di SUR è di grande qualità, grazie anche alla traduzione di Silvia Sichel, il progetto grafico di Falcinelli e la cura editoriale della redazione della stessa SUR.