Urbino, Nebraska
di Alessio Torino, Minimumfax
Antologia di racconti ambientata a Urbino. O meglio un romanzo costruito secondo una struttura dove i capitoli possono rappresentare anche singoli racconti.
Alessio Torino ha disegnato una storia sorretta da un’altra storia che non viene mai raccontata completamente, ma solo attraverso una lenta e delicata raccolta di indizi, pezzi di parole, frasi, emozioni e qualsiasi altra materia fatta della stessa materia dei sogni.
I personaggi vivono e spesso vagano per Urbino, tra vita universitaria e luoghi specificatamente locali, che solo gli urbinati conoscono. La triste storia delle due sorelle tossicodipendenti morte di overdose collega tutti, come un cataclisma che ha rotto il muro di ipocrisia e omertà che circonda sempre e comunque la provincia italiana.
Alessio Torino sembra raccontare persone non particolarmente mediocre, anzi tendenzialmente positive, ma è il contesto in cui vivono che non consente di esprimere la loro esistenza a un livello superiore.
Perché in fondo a tutte queste storie riemergono nella loro più profonda bassezza della vita la morte delle due sorelle. Sono lì, macchiano con il loro dolore la città perfetta, una bomboniera che spazza sotto il tappeto la vita di Ester e Bianca. La loro nonna abbandonata in un appartamento e l’unica luce di umanità è la badante e i piccoli gesti quotidiani. E non sono meglio quegli urbinati che si sono realizzati all’estero. La piccola città è un magnete, non si sfugge.
Non si sfugge alle storie tristi, ma anche alla sua architettonica bellezza, all’emozioni che i luoghi possono suscitare.
Un bel romanzo scritto bene, scorrevole, facile da leggere, stimolante ed emozionante. Ma senza però giungere ad alti livelli letterari.
Un bel romanzo o una bella antologia di racconti.
Andrea Grilli