Vedere un altro orizzonte
Anche questo libro come il romanzo/fumetto di Auster/Mazzucchelli era già stato pubblicato sotto la defunta etichetta degli Squali, ed ora viene riproposto nella collana tascabile con una copertina cambiata e francamente inferiore a quella disegnata dal fumettista/illustratore Davide Fabbri.
Questo romanzo raccoglie sia metafore sociali sia presenta le potenzialità distorte di quel positivismo fantascientifico che vedeva negli altri pianeti della Galassia, l’occasione di abitare nuove “terre” e risolvere problemi come quello della sovrappopolazione.
Sul piano sociale Dick crea situazione ed eventi che in qualche modo riflettono la conflittualità sociale degli Stati Uniti degli anni cinquanta-sessanta (il romanzo è del 1966) e delle soluzioni ghettizzanti che vengono adottate per risolverla.
Una descrizione del mondo politico americano senza scrupoli e caratterizzato da finto buonismo, ne fanno un romanzo pienamente inserito negli anni in cui lo scrisse Dick e forse qualche lettore lo troverebbe ancora attuale.
La storia è quella di una corsa alla presidenza e la possibilità di risolvere la situazione di milioni di persone addormentate dallo Stato per risolvere la sovrappopolazione. La scoperta di un mondo parallelo scatena una corsa di promessa e scontri più o meno leciti per vincere le elezioni e offrire nuove soluzioni.
Per chi non ama la fantascienza, possiamo dire che c’è ne poca, per chi l’ama, sarà pienamente soddisfatto.
Per chi invece vuole leggere un buon romanzo scritto da un santone della letteratura americana, bistrattato da vivo e santificato da morto, allora ha trovato pane per i suoi denti.
Andrea Grilli
Philip K. Dick “Vedere un altro orizzonte”, trad. Luigi Dancelli (revisione di Fiammetta Giorgi), Bompiani, £ 12.000